Il Ministro degli interni Alfano (Nuovo Centro Destra) ha detto che i due fucilieri di marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, detenuti in India da oltre due anni, con la speciosa accusa di aver ucciso due pescatori dello Stato indiano del Kerala scambiandoli per pirati, devono essere rilmarc3b2-arrestati-in-indiaasciati affinché possano essere processati in Italia. detenuti in India da oltre due anni, con la speciosa accusa di aver ucciso due pescatori dello Stato indiano del Kerala scambiandoli per pirati, devono essere rilasciati affinché possano essere processati in Italia.

Siamo d’accordo che Alfano deve in qualche modo adeguarsi alle esigenze del politicamente corretto se vuole continuare a stare nel governo col Partito Democratico, tuttavia ci sarebbe da aspettarsi da chi ha responsabilità di un ministero tanto delicato come quello degli interni, se non maggiore prudenza, almeno qualche dubbio in più in merito ad una vicenda che vede coinvolti due militari italiani inviati da un legittimo Governo dello Stato italiano in missione antri pirateria.

Detto chiaramente: Alfano è sicuro che di due marò debbano essere processati? È sicuro che vi siano prove oggettive del coinvolgimento dei due militari italiani nella morte dei due pescatori indiani?

Prima di parlare di processo il Ministro degli Interni avrebbe potuto almeno manifestare qualche perplessità su come è stata condotta da parte indiana l’intera vicenda.

Ricordando magari che i due militari italiani furono catturati con l’inganno facendo rientrare la petroliera Enrica lexie, sulla quale si trovavano e che già navigava in acque internazionali, con scuse da truffatori levantini. Rilevando inoltre che ormai non vi sono più basi per poter impostare un processo secondo i canoni di uno Stato democratico, in quanto l’imbarcazione indiana è stata affondata, i corpi dei due pescatori sono stati cremati, le perizie, condotte alla chetichella dalle autorità indiane, non appaiono inattaccabili sotto il profilo tecnico scientifico e che da esse, non si capisce per quale ragione, furono, a suo tempo, tenuti fuori due ufficiali dei Carabinieri appositamente spediti sul posto.

Insomma, anche Alfano dovrebbe capire che qui vacilla fortemente quel principio giuridico che già veniva affermato in Inghilterra nel 1215 con la promulgazione della Magna Charta Libertatum e cioè il principio dell’ “habeas corpus”.

Ecco: prima di parlare di processo, Alfano avrebbe dovuto fare tutte queste premesse.

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Elio

Docente emerito di Lingua e Letteratura Inglese. Giornalista iscritto all'Albo Professionale.

Ha collaborato con i quotidiani Avvenire, La Nazione, L’Osservatore Romano; col settimanale Toscana Oggi e con la Radio Vaticana.

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Docente di Lingua Inglese. Giornalista iscritto all'Albo Professionale. Autore di opere di carattere storico. Ha collaborato con i quotidiani Avvenire, La Nazione, L’Osservatore Romano; col settimanale Toscana Oggi e con la Radio Vaticana.