di Elio Bertini
18 gennaio 2021 -Sono sempre più numerosi i video postati sui vari social da parte di personaggi che fanno un punto di onore nel documentare la loro opposizione all’intervento delle Forze dell’Ordine laddove non vengano rispettate le norme vigenti in fatto di contenimento della pandemia.
Intendiamoci, nessuno nega che molte di queste norme imposte dal #brancdibalordi che ha la presunzione di governarci, siano cervellotiche, incomprensibili ed alcune addirittura al limite della legalità costituzionale, tuttavia si deve condannare nella maniera più decisa e senza alcuna attenuante l’atteggiamento arrogante verso Agenti di polizia e Carabinieri che, compiendo il loro dover intervengono nel rispetto del loro mandato istituzionale.
In molti video sono riprese persone sedute ai tavoli di un ristorante o di un bar al di fuori degli orari consentiti che si rifiutano di mostrare i loro documenti o di declinare le proprie generalità, opponendosi in maniera sempre arrogante e talvolta provocatoria alle legittime richieste di agenti e militari.
Ora questi arrogantelli da quattro soldi dovrebbero sapere che se si comportassero in tal modo in qualsiasi altro Paese democratico, e sottolineo democratico, di ogni continente, verrebbero ridotti a più miti consigli in un nanosecondo passando per tre tappe in rapidissima successione: legnata tra capo e collo, manette, processo per direttissima e severa condanna.
Da noi, si sa, lo Stato non difende i suoi servitori come dovrebbe e i più indifesi sono proprio coloro che dovrebbero difenderci, troppo spesso abbandonati all’arroganza del primo straccione.
di Elio Bertini
6 dicembre 2020 - Da diversi giorni va avanti, anzi, di tanto in tanto si rinfocola, la polemica sulle Messe della notte di Natale.
In merito a questo, che, sia chiaro, è un falso problema, ne abbiamo sentite di tutti i colori, a partire dalle considerazioni di un ministro della Repubblica, il quale con tono gratuitamente ironico, e irritante, e offensivo per la sensibilità di molti credenti, si è sentito in dovere di affermare che in fondo non è un grande problema se quest’anno facciamo “nascere Gesù Bambino qualche ora prima”. A questa dichiarazione, quasi con la pretesa di dare ad essa un supporto “scientifico” qualcun altro con sprezzo del ridicolo e prima ancora con sprezzo della propria (poca) intelligenza, ha sentenziato che, in fondo, da noi sarebbe più corretto celebrare la Mesa di Natale alle 22 piuttosto che a mezzanotte, stante la differenza di fuso orario tra l’Itali e la Terra Santa.
di Elio Bertini
Lucca, 5 giugno 2018 - Anche a Lucca, si è celebrato oggi il 204° anniversario della fondazione dell’Arma dei Carabinieri nel corso di una cerimonia austera e toccante, che si è svolta nel Cortile degli Svizzeri dove ha la sua sede il Comando provinciale.
Di fronte alle autorità civili e militari della provincia, ai numerosi invitati, a tanti cittadini, assiepati dietro alle transenne, era schierata una compagnia di formazione costituita da un plotone di militari nella tradizionale grande uniforme speciale, la prima indossata sin dal 1814, anno di fondazione del «corpo dei carabinieri reali»; un plotone che comprendeva comandanti di stazione, presidio essenziale dell’Arma, capillarmente diffuso su tutto il territorio nazionale e da una rappresentanza del gruppo carabinieri forestali e del reparto carabinieri per la biodiversità.
Completavano lo schieramento alcuni mezzi in dotazione all’Arma, con a fianco i militari conduttori e motociclisti.
In apertura sono stati letti il messaggio del Presidente della Repubblica e l’Ordine del giorno del Comodante Generale.
Nel corso della cerimonia sono stati anche consegnati le onorificenze e i riconoscimenti ai militari, che si sono distinti in operazioni di servizio, e sono stati premiati alcuni studenti delle scuole cittadine che si sono distinti nell'ambito delle iniziative promosse per la lotta contro il bullismo.
Nel suo intervento Il Comandante provinciale, Colonnello Arcidiacono, dopo aver sottolineato, la stretta e costante collaborazione con le altre forze di polizia, ha ribadito quello che è il tratto distintivo dell’Arma, sin dalla sua fondazione: l’impegno per il controllo del territorio e la consapevolezza di rappresentare «una fonte di “rassicurazione sociale” per le comunità».
«L’Arma dei Carabinieri – ha ribadito il colonnello Arcidiacono - con i suoi 204 anni di storia, continua a rappresentare in questa Provincia, così come nelle più remote contrade d’Italia, un presidio di legalità, fornendo con diuturna e silenziosa dedizione, una presenza rassicurante per le popolazioni, che vedono nei Carabinieri un tangibile punto di riferimento.»
«E’, pertanto, nostro dovere – ha proseguito - fornire risposte puntuali e concrete alle istanze dei cittadini, sviluppando, in ogni circostanza, un’azione incisiva, serena e appassionata. Sono certo che tutti i Carabinieri del Comando Provinciale continueranno a dedicare le migliori energie al servizio per incrementare il livello di operatività della nostra Istituzione, accrescendone con ciò anche il prestigio.»
La popolazione, effettivamente, avverte la vicinanza dei Carabinieri, sa che essi rappresentano un patrimonio veramente prezioso per la Nazione. Con un solo rischio: dare il tutto per scontato. È per questo che una manifestazione come quella di oggi riveste un carattere di rilevante importanza per riaffermare valori, funzione e legami di una Istituzione plurisecolare.
Il bilancio dell’attività operativa per il 2017 sintetizzato dal Comandante provinciale nel suo intervento, non è soltanto un mero elenco di cifre, pur significative nella loro essenzialità.ma rende testimonianza anche di uno sforzo costante e del sacrificio personale di tanti militari di ogni grado ai quali deve andare la riconoscenza di tutti i cittadini onesti.
di Elio Bertini
3 maggio 2018 - Il Cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca e arcivescovo di Monaco ha pesantemente criticato la direttiva del governo del land della Baviera che introduce l’obbligo di appendere il crocifisso negli uffici pubblici.
La presa di posizione dell’ineffabile cardinale se non desse scandalo, farebbe ridere. Su di essa, tuttavia, possiamo riflettere e chiederci se davvero non siamo di fronte all’ennesima prova della fondatezza dei timori che il Papa Paolo VI, già nel 1972, manifestava, con angoscia, ma sempre con fiducia nel sostegno divino, affermando che «da qualche fessura era entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio».
In ogni caso quanto sopra conferma ancora una volta la massima «Amentat Deus quos perdere vult».
di Elio Bertini
15 settembre 2017 - Poco più di una decina di giorni fa, come cittadino del Comune di Capannori, ho ritirato la mia carta di identità elettronica. Dobbiamo riconoscere l’efficienza dell’amministrazione capannorese, tra le prime ad aderire al nuovo progetto che prevede un documento di identità elettronico, più pratico e prezioso per le molte funzionalità che offre.
Nel modello rilasciato dal Ministero degli Interni, però, si riscontra qualche pecca che forse, con più attenzione poteva essere evitata.
di Elio Bertini
Lucca, 9 settembre 2017 - «Luminara sì, luminara no» è questa la diatriba che da qualche giorno sembra dividere l’opinione pubblica cittadina. Come è noto la questione è sorta in seguito al tragico inciderne che, in pieno centro, è costato la vita a due operai della Cooperativa Morelli impegnati proprio nella installazione dei lumini da accendersi in occasione della processione della Santa Croce.
Il sindaco Tambellini, in modo forse intempestivo, il giorno stesso della disgrazia, ha lasciato intendere che si sarebbero cancellati i fuochi d’artificio e l’accensione dei lumini di cera, che rappresentano non solo una suggestiva caratteristica della processione del 13 settembre.
Bene. A proposito dei lumi che, per antica tradizione, si accendono la sera della processione, col contemporaneo spegnimento della illuminazione pubblica e delle insegne e vetrine dei negozi, bisogna intendersi sul valore che diamo loro.
di Elio Bertini
25 agosto 2017 - I disordini verificatisi a Roma in seguito allo sgombero di un edificio nei pressi della stazione Termini, occupato da anni da profughi etiopi ed eritrei, suggeriscono alcune riflessioni.
In primo luogo, ancora una volta, risulta chiaro il ruolo di movimenti antagonisti e di personaggi legati ai vari centri sociali, troppo spesso coccolati anche da certe amministrazioni pubbliche.
Poi emerge ancora una volta l’atavico e malcelato odio di certa sinistra radical-chic e di gruppi che si annidano anche in partiti di Governo verso le Forze dell’ordine, sempre e comunque.
Secondo un vecchio cliché che risale agli anni Sessanta, si deve sempre parlare di violenze della polizia, a prescindere da qualunque cosa sia avvenuta in piazza.
Anche questa volta si è ripetuta la solita filastrocca, sorvolando sul fatto che i profughi, o pseudo tali, hanno lanciato contro gli agenti ogni genere di oggetti: pietre, sedie e persino bombole del gas, dal primo piano dell’edificio occupato, che si sono incendiate con evidente immaginabile rischio per i presenti.
v
di Elio Bertini
Lucca, 11 settembre 2015 - Sembra proprio che quest’anno la “luminara” debba toccare il culmine per quanto riguarda certi aspetti negativi che si vanno assommando su questa manifestazione religiosa da diversi anni.
La processione che, per antichissima tradizione attraversa le vie della città la viglia della festa della Esaltazione della Santa Croce per concludersi nella cattedrale di San Martino ai piedi del Volto Santo, pare ormai diventata una kermesse indefinibile e confusa destinata solo a turisti di bocca buona e di poche pretese, oppure a soddisfare l’ego di personaggi pubblici, di piccoli burocrati che cercano un po’ di visibilità aggregandosi al corteo con le più cervellotiche e le più capziose motivazioni.
Sono ben lontani i tempi in cui, anche grazie al forte e deciso impegno dell’Arcivescovo Giuliano Agresti, alla “luminara” fu costantemente mantenuto quel carattere di sobrietà e di afflato religioso che storicamente essa ha sempre avuto nel corso dei secoli. Chi abbia potuto seguire da vicino gli eventi relativi a questa processione, ricorderà come più volte Monsignor Agresti si sia messo di traverso, opponendosi con decisione, per ostacolare i ricorrenti tentativi di inserimenti spuri ed ingiustificati nel corpo del corteo. Ricordo ancora come nell’ormai lontano 1982, quando si celebrò il dodicesimo centenario dell’arrivo del Volto Santo a Lucca, lo stesso Arcivescovo Agresti volle più volte sottolineare l’esigenza di mantenere questa, che è la più importante manifestazione religiosa della nostra città, nell’alveo della correttezza storica, direi quasi filologica, proprio per renderne più facile la “lettura” vera anche da parte di un osservatore meno coinvolto, pur senza niente togliere al fascino, che indubbiamente la contraddistingue anche sotto l’aspetto folcloristico e di costume.
\
di Elio Bertini
18 agosto 2015 - Le cronache di molti quotidiani hanno riportato, in questi giorni, la notizia di uno scontro tra le associazioni degli alpini in congedo ed una parte del clero di un paio di diocesi del Veneto. Il motivo dello scontro sta nel fatto che in occasione della celebrazione di una Messa in una chiesetta sulle montagne trevigiane il sacerdote celebrante ha preteso che non venisse letto quel passo della preghiera degli alpini che recita così: «…rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana». La motivazione della censura trarrebbe origine dal timore di offendere la sensibilità di tanti immigrati di fede diversa.
Lucca, 11
agosto 2015 - Pare che qualcuno abbia organizzato il festival della più grande bischerata dell’estate. Se così fosse certamente, ad oggi, il primo premio spetterebbe al patron del Summer Festival D’Alessandro.
Costui, come riportato sulle pagine di cronaca locale del quotidiano La Nazione di domenica 9 agosto ha ipotizzato la possibilità di spostare da piazza Grande il monumento a Maria Luisa di Borbone, sì proprio lei, quella “che di acque salubri Lucca volle consolata”.
Quali le ragioni all’origina di tale ipotesi avanzata dal signor D’Alessandro non è dato sapere, ma certamente saranno ammantate dalle più nobili motivazioni come la necessità di salvaguardare il monumento (come se smontare e rimontare una struttura tanto delicata non comportasse alcun rischio), anche se non pecca certo di eccesso di malignità chi pensa che l’dea trovi origine nella possibilità di aumentare lo spazio per il pubblico e quindi incrementare la vendita di biglietti.
Comunque sia, è indubbia la gravità del fatto che qualcuno possa solo pensare un simile scempio. Come si fa anche solo a pensare che un monumento, che da due secoli sta in quel luogo, possa essere smontato per far posto ad una manifestazione musicale e poi rimontato quando il tutto sia terminato.
Anche se la città deve molto al signor D’Alessandro da un punto di vista economico, ciò non toglie che nessuno, né un soggetto pubblico né un privato possa solo avanzare proposte di tale oscenità.
Desta poi ancor più stupore che la notizia sia scivolata via come se niente fosse e che, almeno fino ad oggi, non si sia intesa una voce levata a stigmatizzare la cosa.
Restiamo in attesa di una reazione delle istituzioni e di tutta la città che dovranno esprimere un forte, solenne e inappellabile ”Non licet”. http://www.lanazione.it/lucca/numeri-lucca-summer-1.1206674