di Elio Bertini

18 aprile 2015 - La tragica, orribile vicenda dei dodici cristiani gettati a mare dai loro compagni di viaggio musulmani, proprio per la loro fede, avrebbe dovuto suscitare forse maggior riprovazione di quanto non sia apparso nei commenti di alcuni personaggi politici e di alcuni quotidiani, sempre pronti a stracciarsi le vesti ogniqualvolta essi ritengano infrante le regole del politicamente corretto a tutela delle quali essi amano ergersi con la supponenza e l’arroganza di chi si crede unico depositario della verità.

Molti hanno ironizzato sull’episodio, altri lo hanno sminuito come se fosse qualcosa di assolutamente accidentale, sul quale sorvolare per non compromettere il tanto mitizzato ed altrettanto illusorio dialogo tra le religioni.

Tra coloro che si sono distinti in questo gioco aberrante possiamo annoverare, ça va sans dire, l’ineffabile Laura Boldrini, la quale, commentando il fatto, nel tentativo di sminuirne la gravità e la componente fondamentalista, non trovando nient’altro di meglio da dire, ha affermato col suo solito stucchevole birignao: «Non credo che queste persone abbiano fatto una discussione teologia a bordo». E non si vergogna!

Ma c’è, forse, anche di peggio. Basta guardare la vignetta qui sopra, pubblicata ieri su Repubblica. Non vi sono parole adeguate per sottolineare l’idiozia e la crudeltà di questa vignetta grondante cinismo e cattivo gusto, Davvero la satira non deve darsi nessun limite?

Potremmo andare avanti citando la prudenza, i dico e non dico, le reticenze delle varie firme dei principali quotidiani, dei vari Cazzullo (Corriere della Sera) e dei Gramellini (La Stampa), ma forse è bene sorvoliate per carità di patria e per la stabilità del nostro stomaco.

Pensare che proprio a partire dalla Boldrini e dai suoi epigoni e scendendo giù giù, pochi giorni fa è stato tutto uno stracciarsi di vesti per un post su facebook scritto da un agente della polizia di Stato. Il quale, sia pure con parole forti, non ha inteso far altro che difendere il suo reparto e i suoi colleghi di fronte ad una troppo semplicistica e faziosa lettura dei fatti di Genova del 2001 con il corollario di gratuite accuse che da più parti sono stato mosse alle forze dell’ordine, sorvolando su chi aveva messo la città a ferro e a fuoco in occasione del G8.

La Boldrini, Repubblica e compagnia cantante preferiscono ironizzare sui cristiani perseguitati o sminuire la gravità di certi fatti, tanto non ci vuole molto coraggio e, come è risaputo, se uno il coraggio non ce l’ha non se lo può dare.

Chissà se prima o poi, tanto per dire, troveranno l’animo per fare qualche vignetta su Islam e dintorni. Sicuramente penseranno che è meglio non stuzzicare chi non è tanto propenso a porgere l’altra guancia: Charlie Hebdo docet,

L’atteggiamento di questi personaggi, tanto coraggiosi, mi fa tornare in mente quanto mi hanno sempre raccontato i miei nonni e mio padre, originari di un paesino dell’Appennino reggiano. Durante la guerra, quando i tedeschi entravano nelle case per catturare gli uomini da mandare a lavorare in Germani o a scavare trincee al fronte, c’era una vecchina che li seguiva e andava ripetendo loro in stretto dialetto: «Come siete bravi! Siete capaci anche di tirar giù le porte!»

Informazioni personali

Elio

Docente emerito di Lingua e Letteratura Inglese. Giornalista iscritto all'Albo Professionale.

Ha collaborato con i quotidiani Avvenire, La Nazione, L’Osservatore Romano; col settimanale Toscana Oggi e con la Radio Vaticana.

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Docente di Lingua Inglese. Giornalista iscritto all'Albo Professionale. Autore di opere di carattere storico. Ha collaborato con i quotidiani Avvenire, La Nazione, L’Osservatore Romano; col settimanale Toscana Oggi e con la Radio Vaticana.